giovedì 18 luglio 2013

Il Matto


Vado all'essenziale, al centro del mondo, e tra il vuoto che separa i numeri mi espando verso le dieci direzioni per trovare il mio significato più profondo in qualsiasi posto .
Lascio sempre che siano le circostanze a decidere perché so che sono io stesso colui che le crea .
M'impadronisco di tutte le cose abbandonandomi ad esse, però quando cammino qui già lo faccio in altri mondi.
Senza inizio ne' fine, più vecchio della notte e del giorno, più giovane del bambino appena creato dal cosmo, più brillante della luce e più oscuro dell'abisso, sono il fuoco che arde nel centro della mente.
Chi osa definirmi? Con le mie scarpe rosse cancello tutte le frontiere. Non mi nascondo, non fuggo, non aggredisco.
Come le nuvole mi trasformo senza sosta. Quando cessa il sogno della separazione sono lo stesso di prima e lo stesso di dopo. Sono la parola segreta rinchiusa in ogni pietra. Vado al germe, alla spirale della crescita.

Fuggo dalle parole perché sono solo memoria e tuttavia il mio silenzio le sostiene. Sono il contenuto che sfugge dalle forme, il terreno dove germinarono le stelle, l'indicibile Verità radice della bellezza, splendore che denuncia la mia azione invisibile.
Sono il volo prima della nascita dell'uccello, la musica senza il musicista, il tempo senza architetto, il sibilo che precede la spada, i gesti ordinati nello spazio futuro che crea i sentieri dove passerà il ballerino, la vibrazione eterna di ogni effimero gene, il crollo che deve dare significato al muro, il bacio che fa nascere tutte le labbra.

Nella mia abissale energia il pensiero perde i limiti. Di fronte a qualsiasi proposta apro il ventaglio dei molteplici contrari, il ciclone che passeggia tra le tombe.

Spettatore in fiamme disintegro le strutture dell'illusione osservando il mondo come uno spettacolo.
Quel che cerco l'ho trovato da mille anni. Dissolto nella coscienza divento il Creatore. L'Universo mi appare allora come un figlio unico. Guardo tutti gli esseri e le cose con amore di padre e intensa è la mia tenerezza per l'effimera esistenza. Niente comincia, niente finisce, niente nasce, niente muore.
Spazio è il mio corpo infinito e Tempo ciò che mi accade.
So che se lancio una pietra verso il remoto confine, me la vedrò un giorno sul palmo della mano.
Centrato nella fonte della vita sono colui che mai dorme, come una fiamma d'oro in un bicchiere di cristallo senza fine.


Alejandro Jodorowsky, "Io e i tarocchi".

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